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Parliamo di Disprassia

pareri opposti alle tesi della dott.ssa Sabbadini

ciao a tutti, mi piacerebbe raccogliere i vs commenti dopo aver visitato il seguente link: http://neuropsic.altervista.org/drupal/?q=search/node/disprassia

digitando la parola chiave "disprassia"

personalmente sono rimasta piacevolmente stupita di sentire un'altra campana oltre a quella notissima della dottoressa in oggetto, facilmente riconoscibile anche se mai apertamente nominata...

 

incontro

carissimi, sono stata assente dal forum per un po' perchè ho avuto piccoli problemini dovuti alla mia gravidanza. ma tutto ok. farò cesareo il 21 gennaio e quindi capirete che sono un po' indaffarata! però ci sono. e come + volte detto potremmo organizzare il famoso incontro a Roma. io sono di qui ma anche perchè probabilmente è un buon punto d'incontro. dobbiamo solo decidere il quando.

un abbraccio a tutti

alessia

COMUNICAZIONI DAL CENTRO ITALIANO DISLESSIA SULLA LEGGE N.170

Cari amici.

mi ha scritto il dott. Piero Cristiani direttore scientifico del centro italiano Dislessia.

Di seguito le sue considerazioni, che mi trovano totalmente d'accordo,  sulla legge . Ho gia' comunicato la mia disponibilita' ad aderire ad eventuali iniziative e conto anche sulla vostra disponibilità nel caso che vi troviate d'accordo con me.

Ecco la mia risposta."Buongiorno dott. Crispiani, le sue osservazioni non possono che trovarmi totalmente d'accordo. Nel forum del sito www.disprassia.org abbiamo gia' visto gli effetti negativi di questa legge e alcuni genitori si sono visti respingere le richieste di sostegno in quanto la disprassia non e' conosciuta ed esiste una grande confusione in merito. Pubblichero' la legge e le sue osservazioni sul forum e gia' da ora le comunico che aderiro' ad eventuali vostre iniziative in merito."

Di seguito le sue osservazioni. Cari saluti a tutti

Roberto

DISLESSIA:  UNA LEGGE DESTABILIZZANTE

    Il 29 settembre 2010 il Parlamento italiano ha licenziato la legge n. 170 sulla dislessia ed il servizio scolastico.
    Tale legge, come tutte le leggi o norme, va considerata nei significati immediati ed in quelli a lungo termine, ovvero per gli effetti che può generare. In questo caso, del resto, i primi esiti  non tardano a manifestarsi.
    Tralasciando qui motivi scientifici in materia, esprimo una serie di gravi negatività.

I

Intorno alla dislessia, ovvero ai DSA (Disturbi Specifici di Apprendimento), permangono concezioni incerte: E’ una patologia? E’ un disturbo? Necessita dell’insegnante di sostegno? Si cura? Riguarda solo la scuola? Chi la conosce? Di chi è pertinenza? In realtà le questioni sono molte di più: quali relazioni con il linguaggio, con le diverse lingue, con lo sviluppo, con i migranti, con la didattica, con le altre funzioni esecutive…? Che esiti si sono osservati con quanto fatto e detto in questi anni? Ci sono posizioni teoriche diverse? Non si fa una legge su una fenomeno che non  si conosce.

  E’ stata fatta una legge su una condizione particolare dello sviluppo di singole persone, che può presentarsi in grado molto lieve come severo, che invita ad assumere documenti ufficiali, di tipo certificatorio e con esiti amministrativi (modifiche degli Ordinamenti), per un disturbo da disfunzione qualitativa. Questa legge “patologizza” un disturbo funzionale e lo incolla ad un bambino. Si schedano ragazzi, li si consegna ad una “storia”, si aprono fascicoli, si pongono in evidenza! Non si fa una legge per queste situazioni.

Le legge invita la scuola ad assumere misure compensative e misure dispensative senza precisare quali, quando, in che termini, dunque lasciando spazio a qualsiasi interpretazione o utilizzo. Non si fa una legge così delicata per i processi di sviluppo della persona, con questa semplicità.

 La legge veicola l’idea che la scuola debba ridurre le proprie richieste (a volte è necessario, ma in forma qualitativa e nei modi e tempi intelligenti) e pone obblighi alla scuola stessa. Ad un tempo i genitori, spesso sollecitati in tal senso, chiedono e chiederanno sempre più alla scuola l’adozione di molti provvedimenti di segno dispensatorio (esoneri dal leggere, dal calcolare, dal tradurre, ecc.). Ciò induce antagonismi e facili contenziosi tra scuola ed utenza, stati di tensione, prevaricazioni o irrigidimenti, fenomeni di cui la scuola proprio non aveva bisogno. Non si fa una legge che sia facile motivo di contenzioso.

 La legge, per la logica che avanza, indurrà i genitori a richiedere sia allo specialista che alla scuola, provvedimenti per eccesso su ciò che ritengono sia favorevole all’allievo (quasi sempre gli esoneri, a volte il sostegno, la clemenza valutativa). In totale buona fede, molti genitori sono già pressanti verso gli specialisti e verso la scuola, ritengono un giusto diritto sia la certificazione che gli esoneri. Se ne ricava una erronea e disviante visione non solo dei DSA, ma della stessa funzione della scuola. Non si fa una legge che crea concezioni errate.

  Accadrà che, per evitare contenziosi, conflitti, aggressività o rischi in tal senso, lentamente la scuola abbasserà la guardia, ridurrà le richieste, anziché attivarsi per prevenire, rinforzare i processi didattici, condurre meglio le valutazioni. Non si fa una legge che destabilizza il servizio.

  La legge può fornire l’idea di una scuola che non  eroga il giusto servizio, essa è disfunzionale, non la condizione dell’allievo, quindi sposta il problema su presunte azioni utili che la scuola deve adottare (per legge, in via cogente, quindi di agile accesso al giuridico), anziché su processi valutativi, organizzativi o didattici in favore dei processi apprenditivi, o di esercizio, degli allievi. In realtà, si carica di responsabilità alcune procedure della scuola (per altro banali), sottraendo l’istituzione alla sua vera funzione formativa (non sostitutiva). Non si fa una legge contro l’istituzione.

  La legge decurta la specialità degli specialisti, danneggia la professionalità di quanti (psicologi, logopedisti, pedagogisti, terapisti altri, si occupano di questa materia) inducendoli a certificare anziché analizzare, a prescrivere formalità (pur ritenute utili) anziché tendere alla migliore ri-abilitazione ed a  progettare forme di prevenzione ed indicazioni didattiche pertinenti. Come se un pediatra, ortopedico, fisiatra, neurologo, motricista, ecc., di fronte ad un individuo che compie errori nell’attraversare la strada, gli dicesse: ti porto io. Non si fa una legge che disvia dal professionale.

  La legge affronta una questione inutile, poiché dal 1945 esiste la “libertà didattica”, dal 1971 la scuola è autorizzata ad “adattare” programmi e programmazione, dal 1977 ad individualizzare/personalizzare il progetto educativo, dal 1977 e poi con la Legge quadro n. 104 la scuola si fa carico di allievi con problemi adattando le proprie procedure, ogni anno esce una Ordinanza, o un D.M. sulle modalità delle valutazioni di fine anno che richiama questi casi. Dunque, perché fare una legge (ricordo, che si doveva “delegificare”)? Perché onorare questi ragazzi di una legge loro rivolta, che li enumera e certifica? Perché appesantire la situazione? Quali persone, esperti, organizzazioni sono state sentite dalle commissioni parlamentari? Non si fa una legge di cui non ce n’è bisogno.

  La legge crea un precedente. Altri disturbi? Altre forme di difficoltà? Una legge per l’ADHD, la balbuzie, i disordini neuro-motori, i deprivati? Non si fa una legge che apre uno scenario incontrollato.

La legge non dimentica di affermare l’esclusività della potestà diagnostica di alcune figure sanitarie. Ma... non è una patologia! Bisogna escludere altre patologie? Sempre! Anzi, molto di più in presenza di: scarso rendimento scolastico, disaffezione, oppositività, bullismo, marginalità, ecc. Nei DSA il quadro dei sintomi è molto più riconoscibile che in altre condizioni di diversità comportamentale e, per definizione, non comporta né ritardo mentale né disturbi neurologici o psichici. E poi, ci sono qualifiche professionali presenti e normate nella sanità convenzionata e in quella privata: valgono? E poi, chi è esperto del leggere, scrivere, contare, comprendere problemi matematici? Chi sa, ad esempio, perchè un alunno incolonna fuori asse o perde il segno quando va a capo? Chi sa distinguere un disturbo di apprendimento da una cattiva scolarizzazione o insufficiente esposizione didattica? Chi sa distinguere le disortografie di nastura strumentale da quelle di natura culturale? Chi sa capire perché un allievo non capisce il problema di matematica o perché lo capisce solo se il testo è posto in altra maniera? Chi sa attivare tutte le avvertenze didattiche per facilitare la comprensione del calcolo e del problema, anziché dargli la calcolatrice? Non si fa una legge funzionale a qualche categoria.

Piero Crispiani
     Università di Macerata

Mara Amico, Livia Lara Barbieri, Annalisa Bellesi, Pierluigi Benes, Franco Biancardi, Marcella Bounous, M. Letizia Capparucci, Silvia Carducci, Cinzia Catasta, Giovanna Ciaccioni, Silvana Ciancaleoni, Filippo Cingolani, Rita D’Amicis, Anna D’Angora, Elisa da Rin De Barbera, Tiziana De Dea, Giorgina Di Ioia, Ivan Di Pierro, Mariella Fiore, Angela Fiorillo, Serenella Gentili, Antonio Grifoni, Francesca Guarini, Patrizia Hennes, Carmen Iammarone, Lucia Lupacchino, Raffaela Maggi, Maria Luisa Mandolesi, Catia Meschini, Elena Mezzabarba, Valeria Oliva, Gloria Palermo,  Eleonora Palmieri, Claudio Piccinini, Valentina Rana, Wais Ripa, Rosanna Rizzo, Daniela Rossi, Filomena Ruzzi, Giacomo Santoni, Daniela Sasanelli, Catia Scattolini, Serena Scilipoti, Mara Simonelli, Mauro Spezzi, Danila Tirabeni, Irene Tonucci, Antonella Valenti, Barbara Vendola, Viviana Ventura, Francesca Zannoni.
 

Mamme!!!!!!

 ...vogliamo cogliere la possibilità che ci è stata data dall'AIDEE e da Marina?

Che vogliamo fare ? Ci organizziamo per un incontro , magari in primavera, chissà che non sia di buon augurio?

Vi abbraccio tutte

Stefania

 

Per Marina

Ciao Marina,grazie per il tuo contributo,a volte sentire che  puo' evolvere la situazione  in positivo ci fa stare un tantino meglio:anch'io ho un bambino  di 5 anni a cui e' stata diagnasticata una lieve disprassia e da quel momento io non riesco a vivere piu'serenamente nonostante non presenti grosse difficolta' in quanto lui frequenta l'ultimo anno di asilo ,sa leggere  scrivere  colora trannquillamente(cosa che non faceva fino ai tre anni,motivo per cui l'ho portato dalla npi,oltre a non voler andatre in bici)va in bicicletta e frequenta il corso di judo e pare sia coordinato.volevo sapere da te se e' vero che crescendo le difficolta'tendono  a scomparire oppure no .Io noto in lui difficolta' non troppo evidenti nella motricita'fine ,boh!Volevo sapere da te che difficolta'incontrano in prima elementare.Grazie a presto.Chanel

Per Stefania

Ciao Stefania sono la mamma di un bambino di 5 anni a cui e' stata diagnosticata una lieve dissrassia all'eta' di 3 e 8 mesi,anche se la prof.Sabbadini mi disse  cmq il suo bambino e'sano e vedra' che crescendo  scompariranno le piccole difficolta',considera che frequenta l'ultimo anno di asilo ,non ha il sostegno ,perche' di lui non ti accorgeresti di nulla in quanto parla bene e il suo comportamento e' adeguato all'eta'(la maestra non ha mai lamentato nulla),l'unica cosa che io oggi riscontro e'la sua difficolta' nella motricita'fine,considerando pero' che disegna(cosa che non faceva all'eta' di 3 anni)e scrive in stampato maiuscolo,non so che difficolta' incontrera' in prima elementare.Questo per dirti che le cose che non fanno prima ,dopo anche con il loro semplice sviluppo neurologico riescono cmq a farle,ti diro' a me quando lo portai dalla npi (motivo per cui andai) non andava ne'in bici e ne' voleva colorare,ora lo fa volentieri e da solo,quindi non abbatterti...ok?Da quanto io sappia loro migliorano crescendo,poi e' chiaro che dipende dalla intensita'della disprassia.Un abbraccio Chanel

Imparare a giocare....

 Ciao a tutte.

Oggi c'è stata la visita di controllo presso L'Asl presso cui è in carico Ester ai fini della nostra richiesta per l'indennità di frequenza , visto che è sfociata in tempi abbastanza brevi in un appuntamento per il 14 gennaio.

Ester ha fatto grandi progressi, tutti contenti...pero' Ester NON ASCOLTA, NON PRESTA ATTENZIONE, fa semplicemente di testa sua. Ad esempio se le racconto una storia in effetti devo richiamarla piu' volte , così come oggi per farsi ascoltare sia la neurologa che la psicologa hanno dovuto faticare. Il punto cruciale di Ester è questo.Inoltre proprio per questo unitamente alle difficoltà di linguaggio, lei non chiedendo fa di testa sua, si è resa diciamo indipendente. Cosa sbagliata nella misura in cui cio' non aiuta a stimolarne il linguaggio, l'organizzazione e l'attenzione.Quest'ultima fondamentale a scuola.E su tale aspetto hanno insistito moltissimo e dico moltissimo!!!!!!

Insomma io non so giocare con mia figlia , devo imparare a farlo altrimenti devo farmi aiutare .Ma da chi?????

Attraverso il gioco posso aiutare mia figlia.E' lei che deve chiedermi di giocare , lei deve chiamare i giochi, sapere dove sono e sempre lei dirmi di smettere.Io devo accompagnarla, seguirla, aiutarla e  fare in modo che sia protagonista di cio' che sta facendo con criterio.Insomma organizzare e strutturare per arrivare poi anche  ad esprimersi .

Detta così sembra una fesseria ma il colloquio è stato lungo. La cosa che mi da fiducia è che sono attenti e dedicano tempo e danno spiegazioni ed aiuti.Inoltre mi hanno detto che è arrivato il momento della logopedia.Non ho detto che la facciamo già ma semplicemente che conosco chi potrebbe farla. Al momento è stata inserita in lista e quindi continueremo con l'attuale terapista.

Mi sento giu'. 

Stefania

 

 

 

Ciao sono nuova nuova problema fratelli

Ciao sono Mirella mamma di Marta (5 anni) e Daniele (2) Marta è disprassica con disturbo del linguaggio e della motricità (fine più accentuata).

Leggevo i post sul disegno e mi si sono rivista nei vostri "menage familiari".

Marta ha mille piccoli problemi e Daniele invece è una scheggia...

Esempio facciamo gli esecizi di logopedia Marta sono tre settimane che lavora su "Si - sci" e non le entra in testa manco per sbaglio e Daniele salta urlando "sciabola sciabola" pronunciato alla perfezione... (e l'altra ovviamente si chiude a riccio...)

Marta ha camminato a 19 mesi Daniele a 10; Marta ancora si ingarbuglia parlando Daniele parla meglio di lei

Marta fortunatamente non è gelosa del fratello e per ora non sente la competizione ma in futuro? (questa è una preoccupazione che si unisce alle mille altre che ho per la mia Tata...)

Ciao a tutti Mirella

Per rosa.r

Salve,sono una nuova iscritta vorrei sapere da lei che cosa indica  la dicitura DAA,scusa la mia ignoranza in materia.Grazie Chanel

differenza DSA / DAA (disturbo aspecifico di apprendimento)

ciao, sono nuova del forum (mi sono appena iscritta) e sono mamma di una bambina di 10 anni disprattica, con conseguente disgrafia. Ho le idee molto confuse tra DSA e DAA: alla mia bambina in 2^ elementare, su richiesta delle insegnanti, è stato dato il sostegno, poichè, mi è stato spiegato, la sua disgrafia deriva da disprassia, ossia da problema di coordinazione neuro-motoria e non linguistico (come ad es. la dislessia). Io non ero (nè lo sono tuttora) particolarmente convinta di questo sostegno in quanto la bambina è perfettamente autonoma, soltanto + lenta degli altri compagni nelle varie attività (vestirsi/svestirsi, predisporre sul banco l'occorrente x scrivere-nel suo caso il PC invece del quaderno-, preparare lo zaino prima di uscire ecc.). I risultati scolasti sono buoni, sinora il fatto di avere l'insegnante di sostegno non sembra pesarle eccessivamente, xò indubbiamente la sua autostima è pressocchè nulla, chiede continue conferme agli adulti di riferimento (insegnanti o genitori), nonostante i continui incoraggiamenti spontanei che le facciamo...Mi chiedo a questo punto se la scelta di affiancarle l'insegnante di sostegno sia stata azzeccata, forse sarebbe stato preferibile farla faticare un pò di +, magari con risultati scolastici - brillanti, e non vederla adesso così insicura di sè stessa. Vorrei il prossimo anno, col passaggio alle scuole medie, rinunciare al sostegno, ma sono stata sconsigliata dalle insegnanti x non disorientare troppo la bambina, che dovrà già abituarsi ad una pluralità di professori...Oppure pensavo magari, rinunciando al sostegno, di iscriverla ad una scuola privata (siamo di Torino), dove forse potrebbe essere meglio seguita...Sono molto confusa, aspetto vs consigli e spunti di riflesssione, grazie

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