Ida Terzi (1905-1997) diventa insegnante elementare e si specializza in tiflologia, per l’insegnamento dei non-vedenti, a Roma. Inizia la sua attività in un istituto per ciechi a Reggio Emilia nel 1925. La prima formulazione del metodo risale a quegli anni sotto la spinta dell'imponente problema pedagogico di rendere autonomo il cammino dei suoi alunni (Terzi, 1958) e rappresenta il sistematico tentativo di trovare nuove vie di compenso alla mancanza della vista. Prosegue la ricerca presso l'Istituto dei Ciechi e l'Istituto di Psichiatria dell'Università di Milano.
Nel 1958 pubblica sulla rivista Acta Neurologica i primi risultati del suo lavoro. Nel 1985 fonda l'A.I.R.M.T. (Associazione Italiana Ricerche Metodo Terzi- Monza) che per sua volontà porterà avanti la ricerca sul Metodo. Del 1995 è il testo edito da Ghedini "Il Metodo Spazio-Temporale".
Il Metodo è nato in anni in cui nulla di dimostrato scientificamente si sapeva sulle rappresentazioni mentali dello spazio. La grande capacità di osservazione e le geniali anticipazioni di Ida Terzi, supportate dai dati allora disponibili, hanno permesso di mettere a punto il modello. Il Metodo è rimasto negli anni fedele a se stesso, la teoria che lo supporta si è ampliata enormemente.