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Il Metodo Terzi: programma riabilitativo nella disprassia

Alcune delle difficoltà del bambino disprassico possono essere:

  • acquisire un'attività intenzionale
  • rappresentarsi l'oggetto e l'azione
  • ordinare i movimenti in programmi finalizzati allo scopo
  • controllare il programma
  • attivare processi di verifica.

La disprassia perciò è un disturbo ad alto livello di integrazione percettivo-motoria e concettuale.

In tutti gli esercizi del Metodo si interviene sulla integrazione delle informazioni spaziali ordinate nel tempo che provengono dai diversi canali sensoriali: propriocettivo, tattile, vestibolare, uditivo e visivo. Gli esercizi del Metodo aiutano, infatti, i bambini a passare dalla sensazione alla percezione attraverso operazioni integrative e associative che si realizzano in tutti i canali di informazione sensoriale e quindi alla rappresentazione attraverso una organizzazione dei dati sensoriali.

Nel soggetto disprassico la metodica agisce sulle capacità rappresentative del proprio schema corporeo e del mondo esterno e sulle capacità di costruzione e manipolazione delle immagini mentali.

Il programma riabilitativo ed educativo, attraverso esercizi mirati e specifici, prevedono il potenziamento della:

Organizzazione dello spazio personale (Schema corporeo) con un intervento specifico su:

  • la recettività sensoriale e l'integrazione delle informazioni sensoriali (propriocettive, tattili, vestibolari, uditive e visive) che toglie l'ambiguità percettiva e fornisce un senso integrato del corpo nello spazio,
  • la coordinazione della respirazione con la propriocezione e il controllo dei grandi segmenti corporei (arti superiori e inferiori); coordinazione di schemi corporei (omolaterali e crociati) in circuiti ritmici complessi,
  • la percezione dell'asse corporeo o verticale soggettiva,
  • la distinzione propriocettiva degli emicorpi.

Organizzazione spazio-temporale: percezione, rappresentazione su di sé e sull'altro di sequenze spazio-temporali (Atteggiamenti e Tocchi)

Organizzazione dello spazio extrapersonale vicino (peripersonale), spazio intorno al corpo esplorabile con le mani, con un lavoro finalizzato a migliorare:

  • la consapevolezza delle possibilità motorie delle mani, anche nelle fasi di rappresentazione esterna (motoria o grafica)
  • i movimenti fine-motori e la coordinazione delle dita, i movimenti in sequenza delle dita delle mani, la mobilizzazione del polso e spalla, la manipolazione "in-hand", la modulazione delle forza e della pressione, la modellatura in plastilina, il ritaglio,
  • l'organizzazione tattile-manuale (analisi manuale di figure geometriche piane) e la stereognosia.

Organizzazione dello spazio extrapersonale lontano con un intervento specifico su

  • lo spazio metrico-euclideo, per intervenire sulla rappresentazione mentale geometrica del mondo e sul rapporto fra il soggetto e l'ambiente esterno, definito geometricamente (intervento sul Modulo geometrico).

Il canale deambulatorio, infatti, in cui le afferenze propriocettive ed esterocettive vengono facilmente distinte, quantificate e composte in una sintesi spaziale, assume la funzione di "canale percettivo" vero e proprio, che ci danno prima la percezione e poi il concetto della distanza e sono in grado di generare quello spazio che trova nella percezione visiva la più alta e sintetica rappresentazione del mondo esterno.

 

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