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Metodo Terzi: setting e fasi dell'intervento

"VISSUTO" e "RAPPRESENTAZIONE"

Aspetto peculiare del Metodo è l'organizzazione degli esercizi in una fase di "VISSUTO", passivo e attivo, seguita da una fase di "RAPPRESENTAZIONE".

La fase di "vissuto" (esempio: "Atteggiamenti" e "Tocchi") è eseguita in prima persona dal soggetto e si chiede di prestare attenzione alla corretta posizione in cui vengono poste le varie parti del corpo, o punti del corpo in cui viene toccato. Il "vissuto" facilita nel soggetto la capacità di percepire e riprodurre su di sé in maniera temporalmente ordinata una serie di informazioni cinestesico-propriocettive e tattili. Nella fase della "rappresentazione" si chiede al soggetto di riprodurre sull'operatore (per gli esercizi sullo schema corporeo) o su una tavolozza di plastilina (per gli esercizi sullo spazio extrapersonale) quanto ha eseguito ad occhi bendati immediatamente prima. La rappresentazione permette di individuare il grado di consapevolezza e la capacità di integrazione delle informazioni a livelli diversi. In questo modo il Metodo esercita l'integrazione delle informazioni relative al proprio corpo con quelle provenienti dal mondo esterno, facilitando la coerenza percettiva ed il passaggio da un utilizzo inconscio ad un utilizzo consapevole del corpo in movimento.

METACOGNIZIONE

L’approccio al compito è di tipo metacognitivo: non si interviene direttamente sull' "errore-sintomo" ma si analizzano le risposte indagando i processi mentali che possono averle determinate. Nelle varie fasi di lavoro il bambino, attraverso l'attività intenzionale, attiva i processi meta cognitivi attraverso la rappresentazione di sé e dell’ambiente esterno, la pianificazione e la programmazione di movimenti in sequenza per raggiungere uno scopo e il controllo del programma. In ognuna di queste fasi si avviano processi di verifica mediati dal canale propriocettivo e visuo-spaziale.

SETTING 

Gli esercizi vengono proposti al soggetto in un ambiente vasto, sgombro, silenzioso, con luci soffuse, si eseguono a piedi scalzi e ad occhi bendati. L'esclusione della vista nelle fasi del vissuto e della rappresentazione diventa una facilitazione per il bambino perché riduce la complessità e la contemporaneità delle informazioni che deve elaborare e permette una maggiore concentrazione su quelle cinestesico-propriocettive e somatosensitive.

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