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Certificazione e esenzione lingua straniera

Cari amici, ho bisogno di un vostro consulto, per favore.
Mio figlio di 9 anni che frequenta la classe terza della scuola primaria, e ovviamente con la diagnosi di autismo (ed è anche disprassico), dunque certificato, fino ad ora ha partecipato alla lezione di inglese sotto forma di gioco, tipo cantare le canzoncine o simili, dato che nulla di più alla classe era richiesto.
Ora, dato che siamo in terza, per la lingua straniera le cose cambiano, nel senso che lo studio della materia si fa più approfondito. La pedagogista che segue mio figlio e che ha con le insegnanti un colloquio ogni due mesi per fare il punto della situazione sia sotto il profilo comportamentale che didattico, ha espressamente raccomandato alle insegnanti che mio figlio non deve fare inglese a scuola, spiegando che per i risultati fin ad ora ottenuti (solo da poco è in grado di leggere correttamente) non sarebbe proprio il caso di confondere le nozioni al bimbo, che tra l'altro capisce poco il linguaggio verbale, con il risultato che ripeterebbe a pappagallo solo parole, incrementando ancora di più l'ecolalia. Secondo la pedagogista non ci sarebbe bisogno di chissà quale giustificazione ulteriore, VISTO CHE E' CERTIFICATO, ma la dirigente scolastica, una volta saputo questa disposizione dalla dottoressa, ha avuto una reazione contrariata, addirittura pretende che le vengano portate PROVE SCIENTIFICHE affinchè un soggetto autistico non sia in grado di imparare l'inglese. Forse non ha capito che la cosa è anche molto soggettiva e non tutti gli autistici hanno le medesime capacità.
Vi chiedo: la dirigente può effettivamente opporsi? Come posso far valere i diritti di mio figlio?
Eisite una linea guida in proposito?
Grazie 
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