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Riflessioni

 Ieri mattina ho accompagnato mio figlio Alessandro di sette anni e non disprassico alle gare di Karate, specialità Katà. Per i profani , il katà è una sequenzialità di movimenti che simulano difesa e attacco che i neofiti devo imparare per poter progredire ed ottenere le varie cinture previste. I kATà comportano uno sforzo di memoria notevole nonchè coordinazione fra mani, braccia e gambe. Inoltre queste gare prevedevano in fase preliminare (con cronometro alla mano) un percosro ad ostacoli fatto essenzialmente di capriole e salti. Ogni percosro come ogni katà era adeguato alla fascia di età. Fatta questa premessa, osservavo con mio marito, quanti bambini, non sanno saltare a piedi uniti, quanti non sanno saltare affatto, quanti non sappiano assolutamente fare le capriole .Alcuni invece, nell' eseguire il katà, erano imprecisi e scoordinati.Senza essere Disprassici. Mi chiedo inoltre, come tale disciplina , consigliata per i Disprassici , possa aiutarli senza mandarli in tilt.

P.s Alessandro si è classificato 1° :) . Ester imitava il fratello con grande divertimento degli astanti...piccolina :)

Stefania

 

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